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Ecco l’uomo che accarezza i libri

Pesaro

DI STEFANO GIAMPAOLI

A volte basta un piccolo gesto per iniziare un racconto di vita. Aldo Amati, che ha fatto politica con straordinaria passionalità, è “L’uomo che accarezzava i libri”. E ne ha scritto uno con questo titolo. Dodicesimo figlio di due cattolicissimi mezzadri, abitava a Ca’ Renzo nell’Alta Valle del Metauro, vicino a Sant’Angelo in Vado. Divenne sindaco di Pesaro. Come ha fatto Amati, il cui nome Aldo deriva dal germanico Wald e significa uomo della foresta, a primeggiare negli studi, soprattutto nella lingua italiana, mentre a casa si parlava solo dialetto?

Scuola. L’autore inizia col raccontare come, nascendo mezzadro, divenne studente modello. Avrebbe finito i suoi studi alla terza elementare, o al massimo alla quinta come tutti i fratelli e sorelle, dopo aver imparato a leggere e scrivere. Ad Aldo, invece, il saper leggere scatenò “una insanabile spinta a conoscere le cose sconosciute”. Forse fu anche per questo che, nel ’56, un puro caso cambiò la sua vita per sempre. Quel 30 settembre del ’56, ultimo giorno utile per le iscrizioni scolastiche si presentò a casa sua il Prof. Giuseppe Gorgolini preside della Scuola Media di Urbania per implorare i suoi genitori ad iscriverlo alla prima. Aveva bisogno di trovare il trentunesimo iscritto per ottenere, in base alla legge vigente, l’istituzione di due classi. Così, finita la vendemmia, auspice il fratello prete Don Nino di Sant’Angelo in Vado, cominciò a frequentare le scuole medie. Quando arrivò la primavera era, in assoluto, il primo della classe. Da quel momento in poi fu un crescendo rossiniano. E cambiò la sua vita; gli si aprì un nuovo mondo, in senso culturale e fisico.

Politica. Rimase sempre orgoglioso di essere stato contadino e di continuare a farlo durante le vacanze scolastiche ma, finite le medie, frequentò l’Istituto Bramante di Pesaro e studiò Ragioneria. Qui conobbe Claudia, “la più bella della classe”, che poi diventerà sua moglie. Poi, grazie ad una borsa di studio, frequentò la Facoltà di Economia e Commercio presso l’Università di Ancona. Si laureò con 110 e lode con una tesi di cui fu relatore il Prof. Reviglio (sì, quello che poi fu anche Ministro delle Finanze…). Questo il suo corso di studi ma quello della sua vita, ideale e politico, è un intreccio di relazioni umane, di alta idealità. Fra le sue amicizie mi piace ricordare: Giorgio Tornati, Marcello Stefanini, Mario Maoloni, Mario Monacciani, Roberto Petrucci, Luciano Trebbi, Alberico Miniucchi e Paolo Teobaldi. Finiti gli studi, ebbe occasioni di lavoro molto remunerative, funzionario presso una banca nazionale (la BNL), per esempio. All’Università una carriera accademica. In politica, dopo essere stato eletto, ebbe l’opportunità di entrare nel Parlamento Europeo, poi gli fu offerta la candidatura al Senato della Repubblica. Rinunciò perché preferì insegnare e, soprattutto, terminare il mandato di Sindaco nel Comune di Pesaro. Amava stare fra la gente e fra i compagni del suo partito. Un primus inter pares! Dal suo partito, il PDS, fu proditoriamente tradito.

Scrittura. Oggi, a 77 anni, con una pensione racimolata da vari contributi lavorativi di appena € 1.600,00 (diconsi milleseicento) rappresenta una figura ideale di riferimento. Uomini così, che accarezzavano i libri e non solo, se ne trovano ancora? Leggendo “L’uomo che accarezzava i libri”, “romanzo” della vita di Aldo Amati di 270 pp., Metauro Edizioni - Pesaro, acquistabile nelle librerie e sul sito www.metauroedizioni.it , scoprirete un modo di vivere e di far politica che vi piacerà.

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